Pubblicato il Marzo 25, 2025
Il passato prossimo è una delle forme verbali più utilizzate in italiano ed è essenziale per esprimere azioni concluse in un tempo recente, come quello che hai fatto ieri pomeriggio o cosa hai mangiato oggi a colazione.
Ma quando si usa esattamente il passato prossimo? E in cosa si distingue dalle altre forme di passato come l’imperfetto o il passato remoto? In questa guida scoprirai come si forma il passato prossimo indicativo, il suo uso con i verbi riflessivi e quali espressioni lo accompagnano più spesso. Inoltre, analizzeremo gli errori più comuni da evitare e ti forniremo risorse e consigli utili per padroneggiarlo al meglio.
Il passato prossimo è un tempo verbale del modo indicativo che indica fatti ed eventi conclusi, i cui effetti perdurano nel presente.
Nello specifico, si usa per descrivere:
In alcuni casi, può anche essere utilizzato per descrivere un’azione appena compiuta nel presente, come nella frase “Siamo giunti adesso a una decisione”.
Oltre al passato prossimo, le altre forme verbali più comuni per esprimere il passato in italiano sono il passato remoto e l’imperfetto.
Mentre il passato prossimo si usa per azioni concluse in un tempo recente o aventi un legame con il presente, il passato remoto indica azioni concluse nel passato senza un legame con il presente ed è tipico della lingua scritta.
Allo stesso tempo, se da una parte il passato prossimo esprime un’azione conclusa in un momento preciso, l’imperfetto descrive azioni abituali o non concluse nel passato.
Vediamo ora un esempio pratico con il verbo studiare coniugato nelle tre diverse forme di passato:
Passato prossimo (azione conclusa in un tempo recente) | Passato remoto (azione conclusa senza un legame con il presente) | Imperfetto (azione abituale non conclusa) |
Ieri ho studiato tanto | Da giovane, mia madre studiò per un anno in Francia | Da bambino, studiavo sempre in camera mia |
Il passato prossimo è un tempo composto e richiede quindi l’utilizzo dei verbi ausiliari essere e avere al presente indicativo:
Essere | Avere |
io sono | io ho |
tu sei | tu hai |
lui/lei è | lui/lei ha |
noi siamo | noi abbiamo |
voi siete | voi avete |
loro sono | loro hanno |
Per scegliere quale verbo ausiliare usare, la regola generale è capire se un verbo è transitivo, cioè se ha un complemento oggetto, o intransitivo, ovvero se non ha un complemento oggetto. Questa regola ha tuttavia molte eccezioni che vanno apprese caso per caso.
Oltre ai verbi ausiliari, il passato prossimo richiede anche il participio passato. Nei verbi regolari, il participio passato si forma in base alla coniugazione, sostituendo la desinenza dell’infinito (-are, –ere, ire) con la rispettiva desinenza del participio passato (-ato, –uto, –ito).
Infinito | Participio passato |
studiare | studiato |
ricevere | ricevuto |
dormire | dormito |
Ora sappiamo che il passato prossimo si forma con l’ausiliare al presente indicativo e il verbo al participio passato. Proviamo quindi a fare qualche esempio:
Nei primi due esempi, puoi notare che il participio passato preceduto dall’ausiliare essere cambia in base al genere (maschile o femminile) e al numero (singolare o plurale) del soggetto. Questa regola, però, non si applica quando il participio passato è usato con l’ausiliare avere, come mostrano gli ultimi due esempi. In questo caso, il participio passato rimane invariato.
Come abbiamo visto, la regola per formare il participio dei verbi regolari è molto semplice. La situazione cambia, però, quando si tratta dei verbi irregolari. In questo caso, non c’è una regola specifica, ma bisogna impararli singolarmente.
Ecco una lista di quelli più comuni:
Infinito | Participio passato |
fare | fatto |
dire | detto |
vedere | visto |
scrivere | scritto |
prendere | preso |
mettere | messo |
leggere | letto |
aprire | aperto |
chiudere | chiuso |
scegliere | scelto |
rimanere | rimasto |
accendere | acceso |
spegnere | spento |
vivere | vissuto |
rompere | rotto |
Per memorizzare più facilmente i verbi irregolari, ti sarà utile sapere che, sebbene non ci sia un metodo specifico per formarli, si possono comunque notare alcune tendenze:
I verbi riflessivi, cioè quelli che sono accompagnati da un pronome riflessivo per esprimere un’azione rivolta al soggetto stesso, si formano sempre con l’ausiliare essere. Ciò significa anche che il participio passato che segue deve concordare con genere e numero del soggetto.
Ecco alcune frasi esempio che mostrano come si usa correttamente il passato prossimo con i verbi riflessivi.
Gli indicatori temporali sono parole o espressioni che indicano quando è avvenuta un’azione, come il momento della giornata o la settimana. Sono utilizzati frequentemente con il passato prossimo, perché si riferiscono a eventi che sono accaduti in un periodo di tempo relativamente vicino al presente o che hanno un legame diretto con esso. Alcuni degli indicatori temporali più comuni sono:
La posizione degli indicatori temporali all’interno della frase dipende dall’enfasi che si vuole dare al momento dell’azione.
Se l’accento è posto sul momento specifico, l’indicatore temporale si colloca prima dell’ausiliare:
Se, invece, l’enfasi ricade sull’azione compiuta e non sul momento in cui è avvenuta, l’indicatore temporale va posto subito dopo il participio o alla fine della frase:
Quando si apprende il passato prossimo, ci sono alcuni errori che capitano di frequente. Vediamo nello specifico quali sono:
Il passato prossimo è un tema complesso. Se desideri approfondire l’argomento, ti consigliamo di partire da un buon libro che combini teoria e pratica come il manuale Passato prossimo e imperfetto di Alma Edizioni.
Il passo successivo è interiorizzare quanto appreso e applicarlo in maniera sempre più automatica. Questo è possibile solamente facendo conversazione, meglio ancora se con insegnanti di livello madrelingua come quelli di Lingoda, con i quali potrai imparare l’italiano in modo autentico, vivendo la lingua nel suo contesto culturale.
Il passato prossimo si usa per azioni concluse nel passato che sono legate al presente, ad esempio oggi sono andato a scuola. L’imperfetto, invece, si usa per azioni abituali o in corso nel passato, ad esempio da bambino, andavo a scuola.
Il passato prossimo in italiano si costruisce con l’ausiliare essere o avere al presente e il participio passato del verbo principale. Nel caso dell’ausiliare essere, il participio passato concorda con numero e genere del soggetto.
In questo articolo, abbiamo fatto la conoscenza del passato prossimo. Ecco un breve riepilogo degli aspetti da ricordare:
Padroneggiare il passato prossimo per utilizzarlo in modo naturale richiede pratica. Un’ottima soluzione è affidarsi ai corsi online di Lingoda, nei quali potrai esercitarti in piccoli gruppi e imparare l’italiano usato nella vita di tutti i giorni fin dalla prima lezione. In questo modo, il passato prossimo diventerà per te sempre più spontaneo e immediato.